domenica 26 luglio 2015



 
Ciao a tutti! Oggi vorrei parlare di un libro che tratta di un argomento estremamente delicato e soprattutto controverso in questo periodo: la famiglia omosessuale.
Melania G. Mazzucco qui narra una storia "atipica" d'amore e affetto incondizionati tra un padre e una figlia; atipica perché la bambina è il frutto d'amore di una coppia omosessuale avuta mediante "il prestito" dell'utero di una donna.
Nell'avanzare della lettura, l'autrice svela man mano, con delicatezza e una scrittura lieve e intima, alternandosi tra il presente e vari flashback dei due personaggi, che in un rapporto genuino tra un genitore e un figlio non esistono "anomalie" o etichette e la vera "atipicità" è nella mente ottusa di chi non riesce ad andare oltre schemi sociali stereotipati.
Il libro ha scatenato furiose critiche da parte dei sostenitori della "famiglia tradizionale" che ha visto minacciata la sua integrità. Sit-in di varie associazioni di estrema destra si sono susseguite durante le settimane successive alla pubblicazione del libro (2013).
 Il cattolico Movimento italiano genitori (Moige) ha definito il libro addirittura pornografico e ha fatto richiesta che non venisse divulgato nelle scuole. Per Famiglia Cristiana : “l’ennesimo, brutto segnale di una scuola ridotta a campo di battaglia ideologico con le famiglie messe pericolosamente fuori gioco”. “E’ un segnale pessimo, spia di una degenerazione che con la libertà d’educazione ha poco a che fare”, ha aggiunto il settimanale. 
“Sbigottita e dispiaciuta” ha ribattuto l’autrice. “Trovo del tutto pretestuosa l’accusa di oscenità a un romanzo che parla, semplicemente, di famiglia e d’amore".
Purtroppo la disinformazione e l'ignoranza sono un mix micidiale e possono fare enormi danni soprattutto se uniti alla stupidità.
Quando tutti riusciremo a capire che laddove  c'è l'Amore - in qualunque forma esso si presenti - non ci può essere minaccia per "l'incolumità morale" di nessuno, potremo definirci finalmente "Esseri Umani".



 


domenica 19 luglio 2015







Ciao a tutti!
Eccomi di nuovo qua! E' passato un pò di tempo dall'ultima volta ma tra vari impegni, solo oggi, immersa nel caldo feroce di luglio, sono riuscita a trovare un pò di tempo tutto per me.
Oggi voglio parlare di un libro, che all'inizio della lettura, pensavo mi avrebbe ammorbato e l'avrei abbandonato invece... ormai ha un posto speciale nel mio cuore: "Stoner" di John Edward Williams.
La sensazione appena terminato di leggere il libro, è stata di commozione ma soprattutto di stupore. Stupore perchè sono riuscita ad amare questa biografia fino all'ultima riga nonostante non vi fosse narrato nulla di straordinario, anzi! Stoner, senza mai spostarsi per più di 150 chilometri, conduce un'esistenza molto triste sin dall'infanzia ("Erano una famiglia solitaria- lui era l'unico figlio - tenuta insieme dalla necessità della fatica."), un'infelicità che si protrae da adulto con un matrimonio fallito sin dai primi giorni, una figlia via via con la crescita, emotivamente sempre più lontana e un lavoro all'Università, molto amato, ma continuamente contrastato da un collega che gli darà del filo da torcere fino al termine della sua carriera. Sembrerebbe che le premesse per un libro noioso e deprimente ci siano tutte, invece no, con una scrittura agile e scorrevole, le pagine volano leggere e non si riesce a non essere solidale con il protagonista, la cui mitezza e in qualche caso vigliaccheria, lo rendono inerme verso le tragedie della sua vita; è intenso il desiderio del lettore di diventare esso stesso un personaggio per andare in aiuto di Stoner e confortarlo.
Chiudo con alcuni stralci finali della postfazione di Peter Cameron "[...]Che cosa ne ha determinato il grande richiamo e l'enorme successo? E' un libro piccolo, dalle modeste ambizioni, ma affronta ed esplora gli interrogativi più imprescindibili e sconcertanti che ci è dato conoscere: perchè viviamo? Che cosa conferisce valore e significato alla vita? Che cosa vuol dire amare?[...] Stoner attraversa con grazia e delicatezza il cuore del lettore, ma la traccia che lascia è indelebile e profonda."
Con questi interessanti interrogativi che solo un grande libro riesce a far porre, vi invio un bacio! 
Alla prossima!
 
 
 
Curiosità (tratto da Wikipedia):Il romanzo, pubblicato nel 1965, inizialmente non riscosse molto successo, vendendo solo duemila copie[1]. Fu ripubblicato dalla casa editrice statunitense Vintage Classics nel 2003 e pubblicato di nuovo dal "New York Review of Books Classics" nel 2006[2]. Grazie al passaparola e ai social network è diventato ben presto un bestseller e in Italia è stato pubblicato da Fazi editore nel 2012. È stato apprezzato da pubblico, critica e scrittori, raccogliendo pareri favorevoli. Lo scrittore inglese Ian McEwan ha detto: "Appena lo inizi a leggere senti di essere in ottime mani. Ha una prosa molto lineare. La trama, se ci si limita a elencare i suoi elementi, può suonare molto noiosa e un po' troppo triste. Ma di fatto è una vita minima da cui John Williams ha tratto un romanzo davvero molto bello. Ed è la più straordinaria scoperta per noi fortunati lettori".


 

sabato 4 luglio 2015




Ciao a tutti!
Oggi mi piacerebbe parlare di un libro dolcissimo e poetico che mi ha colpito per l'atmosfera fiabesca in cui trasporta il lettore scolpendosi in maniera incisiva nella sua mente : "L'imperatore di Portugallia".
Ambientata in una Svezia atemporale, immersa in un'atmosfera fiabesca, è narrata la storia di Jan, un padre che adora la sua unica figlia sin da quando l'ha presa in braccio appena nata, “[…]E nello stesso istante capì cos’era stato a far battere il suo cuore. E non soltanto questo: cominciò anche a intuire cosa gli era mancato per tutta la vita. Perché chi non sente battere il cuore nel dolore o nella gioia non può di certo essere considerato un vero essere umano”. L'amore per la figlia è la forza che lo aiuterà ad andare avanti anche quando lei, si trasferirà in città per poter aiutare economicamente la famiglia; ma l’amore è anche ciò che lo porterà alla follia, quando comincerà a spandersi la voce che la sua Klara Gulla, sia costretta a prostituirsi per sopravvivere. Jan trasfigurerà ogni notizia che gli giungerà creando un mondo fantastico, Portugallia, di cui lui è imperatore e la figlia imperatrice ed ogni giorno instancabilmente, per tanti anni, si recherà al porto, sicuro che la figlia tornerà dalla sua famiglia per sempre; finchè Klara Gulla non tornerà veramente, ma completamente trasformata e, incurante della venerazione del padre, lo guarderà con orrore e disprezzo per la sua pazzia, ma la madre, che negli anni ha imparato ad amare con tenerezza e sopportazione le stranezze del marito, lo difenderà con fermezza dopo l’ennesimo gesto d'insofferenza della figlia.
Questa è una fiaba triste e commovente sull’ amore struggente tra un padre e una figlia, su di un affetto silenzioso e addolcito dagli anni di un marito e una moglie e sulla “redenzione” di una figlia che solo dopo un lungo e drammatico percorso di sofferenza, inaridita ormai dalla vita, riuscirà a far pace dentro di sé e ad amare nuovamente il padre così come quando era piccina "E al tempo stesso seppe che tutto era tornato come prima. Che lei e suo padre erano di nuovo una cosa sola. Ora che lo amava, non c’era più nulla da espiare.”
Alla prossima!

Note biografiche dell'autrice del romanzo:



 




Selma Ottilia Lovisa Lagerlöf (Sunne (1858) -- Sunne(1940)) E' stata una scrittrice svedese che scrisse numerosi romanzi e racconti basati sulla vita svedese. Diventò famosa per  La saga di Gösta Berling (1891) (una rielaborazione di racconti folkloristici svedesi).  Ebbe una notevole influenza nell'ambito letterario svedese, diventando una figura di spicco nella tecnica narrativa. Selma fu la prima donna a vincere il premio Nobel per la letteratura nel 1909 e nel 1914 entrò a far parte dell'Accademia Svedese.



« Per l'elevato idealismo, la vivida immaginazione e la percezione spirituale che caratterizzano le sue opere »
(Motivazione del Premio Nobel)