“Persone normali”, secondo romanzo di Sally Rooney si
apre subito con la presentazione dei due protagonisti, studenti di un college
nella provincia irlandese. Entrambi brillanti, ma popolare, sportivo, di
bell'aspetto e ambizioso Connell invece emarginata perché troppo strana per essere
frequentata dalla gente “normale”, Marianne. Oltre che a scuola, i due ragazzi
si incontrano anche quasi ogni giorno quando Connell va ad aspettare che la
madre Lorraine finisca i lavori di casa nell'enorme casa di Marianne; man mano
un’attrazione calamitica si insinua tra di loro, un’attrazione fatta di poche
battute e sguardi, di cui si sente vittima soprattutto Connell. Ma i loro
corpi vanno aldilà di tutto, anche dei ruoli sociali. Come potrebbe però
Connell accettare di diventare bersaglio di tutti a scuola? Sarebbe di certo
preso in giro, se si scoprisse della sua passione per Marianne. Da lì, un
tacito accordo: tenere segreto il loro legame, che non chiameranno mai
relazione.
I due protagonisti vengono seguiti per quattro anni:
da quando terminano il college fino agli anni universitari a Dublino entrambi
al Trinity College. Lo sfondo cambia e anche le loro relazioni con il mondo
esterno: ora è Marianne ad essere ammirata e benvoluta mentre Connell,
nonostante i voti brillanti, riesce con difficoltà a farsi accettare.
Quello che non cambia però è la natura del loro
legame: nonostante svariate volte si allontanino, un filo sottile e
indissolubile li lega e sono sempre destinati a ritrovarsi.
La loro storia è tutta a scatti, come se fossero destinati a
stare insieme ma vittime di qualche ironico scherzo del destino, e quando tutto
sembra andare finalmente al suo posto qualcosa lo ribalta sempre, rendendoli i
peggiori nemici di se stessi. E forse la vita è davvero così: di rapporti magnifici,
ma che non puoi vivere fino in fondo; di rapporti incompleti, che tutti però
incoraggiano; di solitudine, ma anche profonda comprensione umana.
Connell e Marianne sono
“come due pianticelle che
condividono lo stesso pezzo di terra, crescendo l’una vicino all’altra,
contorcendosi per farsi spazio, assumendosi posizioni improbabili.”
Connell è un ragazzo ossessionato dall’idea di essere considerato
una persona normale; Marianne, invece non è minimamente interessata al giudizio
della gente e solo Connell riesce ad avere un forte ascendente su di lei e a restituirle un senso di ordine mentre si arrabatta per gestire le profonde ferite che reca da tempo dentro di sé (causate da legami familiari disastrosi: una madre
anafettiva, un fratello violento, un padre morto da qualche anno che spesso
picchiava lei e sua madre) che la inducono anche consapevolmente a cercare l’autodistruzione.
“Non può
aiutare Marianne , qualunque cosa faccia. In lei c’è qualcosa di spaventoso, un
immenso vuoto nel nocciolo del suo essere. È come aspettare l’ascensore e
quando si aprono le porte dietro non c’è niente, solo il vuoto buio e terribile
della tromba, e così all’infinito. Le manca quell’istinto primordiale,
l’autodifesa o l’autoconservazione, che rende intelligibili gli altri esseri
umani. Ti ci accosti aspettandoti una resistenza, e invece tutto ti si sfalda
davanti. Eppure, Connell potrebbe stendersi a terra e morire per lei in ogni
momento, e questa è l’unica certezza sul proprio conto che lo faccia sentire
una persona degna.”
Fisicamente, ma soprattutto psicologicamente, si
conoscono come nessun altro riesce. Sembra
esserci sempre un ostacolo nelle relazioni. Il proprio io interiore è giudice
di ogni azione. I personaggi non sono mai schietti e diretti, vivono i loro
drammi solo interiormente, come sospesi tra due tempi. Una storia di
amicizia e amore raccontata attraverso una scrittura misurata, dove il
principale nemico è l’incapacità di ammettere di amare ed essere amati. Due
calamite che s’incastrano perfettamente, allontanate dalla loro stessa forza. Noi lettori non possiamo
che percepire con i personaggi il dissidio tra ciò che è
razionalmente giusto e ciò che fa paura più di tutto: amare. Amare Marianne, nonostante
la sua predisposizione masochistica, il suo sentirsi "guasta" e
deviata, a causa di un'infanzia decisamente difficile e di un fratello
violento. Amare Connell, nonostante la sua fragilità, nonostante il suo sentirsi
altrettanto "guasto" e sempre inferiore, socialmente inadeguato per
la bassa estrazione sociale.
La via
che conduce alla “ normalità “, il sentirsi completamente in balia di un’ altra
persona sarebbe assai strana ma molto normale. Marianne non sa che cosa in lei
non funzioni realmente, perché non riesce a farsi amare, odia la persona che è
diventata ma non riesce a cambiare, ha trascorso gran parte dell’ infanzia e
dell’ adolescenza ad architettare piani complicati per uscire dal conflitto
famigliare (con la madre ed il fratello), la risposta risiede in una vita
condotta da sempre in solitudine che scompare nei momenti condivisi ( con
Connell ).
Questa profonda spinta di uno verso l'altra è la molla
narrativa che anima anche la struttura del romanzo. La Rooney usa uno stile
fluido e scorrevole con capitoli suddivisi temporalmente ricchi di dialoghi
brevi senza l’uso del virgolettato che quindi non si distinguono dai loro
pensieri e dalla narrazione degli eventi; c’è un uso quasi sfrontato dei salti
temporali che possono ogni tanto disorientare ma che a mio parere riescono a
rendere ancora meglio il dissidio interiore dei due personaggi. Osserviamo così
i loro pensieri e scopriamo i loro desideri molto spesso in contrasto con le
loro parole e le loro azioni, e per questo non possiamo fare altro che amarli e
diventare loro per scoprire cosa significhi non riuscire mai a rinunciare
completamente all’altro.
“....Lei chiude gli
occhi. Probabilmente non tornerà, pensa. Oppure sì, in un altro modo. Quello
che hanno adesso non potranno mai riaverlo. Ma per lei il dolore della
solitudine non sarà niente in confronto al dolore che sentiva un tempo, il
dolore di essere indegna. Lui le ha portato in regalo la bonta’ ed adesso le
appartiene. Nel frattempo a lui la vita si spalanca davanti in tutte le
direzioni insieme. Si sono fatti del bene. Davvero, pensa, davvero. Le persone
possono davvero cambiarsi a vicenda. Dovresti andare, dice. Io ci sarò sempre.
Lo sai...”