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domenica 27 marzo 2022





Ciao a tutti, oggi vi presento “La mafia nello zaino” di Alessandro Cortese edito da “Il ramo e la foglia edizioni”.

Il libro colpisce subito dalla copertina: un bimbo con indosso uno zaino mentre “guarda” una sorta di rappresentazione teatrale, ma tutto ciò stride con gli schizzi di sangue sul muro e sulla tenda e un senso di sottile disagio si insinua già nel lettore.

 

A me, che di curiosità ne avevo in abbondanza, la Sicilia avrebbe dato modo di vivere una storia lunga e paurosa, tutta fatta di misteri, leggende e morti ammazzati.

La mia favola d’estate, per lo più vissuta sotto il sole d’agosto, aveva avuto come protagonisti me, mia mamma, un nano e un assassino, insieme a un sacco di comparse, com’era tradizione dell’Opera dei Pupi, e tra le comparse, che ci si creda o no, c’era stato persino l’uomo nero.

Ora la racconto perchè le storie, prima o poi, come l’aria risalgono più su, a galla fino a farsi vive. Per farsi ricordare.

 

Questa è una storia ambientata in un paesino imprecisato della Sicilia ed è narrata in prima persona dal protagonista ad anni di distanza degli eventi avvenuti, ma per meglio immergersi nel racconto, torna ad essere un bambino alle prese con qualcosa di terribile e più grande di lui.

Il primo incontro con la Mafia lo fa venendo a conoscenza dell’uccisione di un ragazzo, a cui sono state mozzate le mani, reo di aver rubato nella casa sbagliata.

Quest’omicidio lo turba profondamente, comincia a scardinarsi l’innocenza della sua infanzia; in  bicicletta va a destra e a manca per il paese in cerca di informazioni, si dimena per poter dare a ciò che è avvenuto un senso logico, ma è tutto un movimento che genera altra confusione, paura e lo fa sprofondare ancora di più nell’agghiacciante atmosfera mafiosa.

 

“E la mafia?L’hai vista?”

Mossi il capo e feci di no.

“E sai perchè non hai visto la mafia?”.

Di nuovo lo guardai e di nuovo feci di no, spalancando un poco la bocca come quand’ero piccolo e lui m’imboccava.

“Perché la mafia è come Colapesce.  È una leggenda che si sono inventati alla televisione, per raccontare qualcosa ai vecchi che non lavorano più e restano a casa tutto il giorno. I vecchi guardano i telegiornali, che gli raccontano qualcosa vera e qualcosa no. La mafia non è vera”.

 

Mentre gli omicidi si susseguono, il dubbio e il terrore si fanno sempre più pressanti quando il protagonista si rende conto che la Mafia con i suoi tentacoli è giunta fin dentro le mura di casa, celata dietro i mutamenti d’umore del padre e le sue frequenti riunioni tra “amici” e gli occhi tristi della madre.

Prenderà ad un certo punto la coraggiosa decisione di scoprire da solo cosa è la Mafia e gli eventi precipiteranno così velocemente che da un giorno all’altro perderà l’innocenza e la spensieratezza dell’infanzia e si trasformerà, costretto dalle circostanze, in un piccolo adulto che ha già visto troppe brutture nella sua breve vita.

Eventi terribili raccontati  con la genuinità e lo stupore di un bambino rendono ancora più agghiaccianti  gli orrori della Mafia.

Il protagonista si trova immerso non solo in vicende di morti ammazzati ma anche in una società dove vige come regola di vita fondamentale, l’omertà,  che intorpidisce le coscienze e sgretola la dignità della gente; ma per fortuna lui non sarà da solo in questa lotta.

Alessandro Cortese racconta questa storia con uno stile scorrevole, usando molto spesso espressioni tipicamente siciliane che servono ad entrare meglio nella vicenda narrata; c’è nel suo modo di raccontare tutto lo sgomento di un bambino che avverte che qualcosa di terribile si è abbattuto sulla sua realtà fanciullesca ma non riesce a toccare con mano quanto sia profondo e tetro l’orrore che gli si è presentato davanti; si rende conto che la finzione è una sorta di anestetico usato dalla gente per poter simulare una vita normale e ciò lo getta nello sgomento senza però mai paralizzarlo.

 

In Sicilia è tutto teatro. È tutta Opera di Pupi, di pupari e spettatori e non si capisce bene chi è pupo, chi è puparo e chi è spettatore.

 

Questo è un libro che consiglio vivamente di leggere, affinchè ci rendiamo conto che ognuno di noi può farsi carico anche di una piccola azione “positiva” per non permettere ad una mentalità omertosa di mettere le radici, perchè lo sappiamo, l’omertà può nascondersi in qualsiasi ambito, ma soprattutto affinchè non dimentichiamo, perchè non dimenticare ed essere consapevoli che la Mafia esiste anche quando sembra dormiente, è un dovere.