Eccomi di nuovo con un
nuovo post! Qui vorrei parlare di un libro che quando lo lessi qualche anno fa, mi colpi profondamente "Le vergini suicide". E' un
romanzo scritto da Jeffrey Eugenides che attraverso la storia di cinque sorelle, mette a nudo l'anima della classica famiglia americana degli Stati Uniti degli
anni '70: moralistica e asfissiante.
In questo contesto, le
cinque fanciulle si aggirano e vivono, sensuali ed evanescenti, già
"fantasmi" in vita, amate morbosamente da alcuni ragazzi e loro sogno
proibito, un'ossessione da cui non riescono a liberarsi nemmeno ad anni di
distanza dalla morte delle ragazze.
Il libro si conclude con
un'immagine molto inquietante ma che chiude perfettamente il cerchio
dell'angoscia e della sofferenza delle ragazze ormai succubi del loro stesso
gesto. "In fondo non contava quanti anni avessero, o che fossero
delle ragazze, ma solo il fatto che le avevamo amate e che loro non avevano
udito il nostro richiamo; non ci odono neanche adesso che siamo quassù, nella
casa sull'albero, con i capelli radi e un pò di pancia, e le chiamiamo perchè
escano dalle stanze in cui sono entrate per trovare la solitudine eterna,la
solitudine del suicidio, che è più profondo della morte, le stanze dove non
troveremo mai i pezzi per rimetterle insieme". Da questo romanzo è
stato tratto un film con la regia di Sofia Coppola, a mio parere bellissimo,
che non tradisce le aspettative dei lettori.
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