Ciao a tutti! Oggi vi presento un libro ambientato in una terra martoriata dalla guerra, la Siria. E' un libro che sicuramente non vi lascerà indifferenti!
“Senza Patria- Storia di un Armeno ad Aleppo”, mai
titolo è sembrato più efficace: in esso è racchiusa il succo della vita di un
uomo che si è sempre sentito “ospite”, mai parte di un luogo dove comunque ha
visto la luce.
Il libro narra i primi vent’anni dell’autore, discendente di
immigrati armeni sfuggiti al genocidio perpetrato dai turchi nel 1915. La
struttura non è organizzata come un flusso continuo, bensì come una serie di aneddoti
autobiografici (a ciascuno di essi è dedicato un capitolo) che tornano in mente
allo scrittore e nostalgicamente li riporta su carta affinchè non cadano nell’oblio.
Il lettore ripercorre
insieme a Cesar Balaban le strade della sua infanzia, vive le sfide di una convivenza
con una cultura a maggioranza araba e musulmana, si intenerisce nell’episodio del racconto del suo
primo vero amore da bambino, sebbene sia durato solo qualche minuto, si lascia incuriosire dalla sua famiglia e le sue
leggende, lo segue nei suoi studi e si
commuove nelle ultime pagine, quando parte per una nuova avventura verso un ‘altra
nazione, l’Italia.
“Com’era angosciante
vedere mia madre che reprimeva il pianto. Ero finalmente e serenamente solo,
osservavo il paesaggio brullo dal finestrino dell’auto: l’orizzonte era
visibile tutt’attorno; Aleppo era già scomparsa dietro di noi.[…] Quanti
ricordi dell’infanzia, del deserto con mio padre: già dopo un’ora dalla
partenza sentivo nascere in me il sentimento dolce-amaro della nostalgia”.
In tutta la narrazione aleggia,
il disagio della non appartenenza, la
necessità di vivere la propria cultura con discrezione e dignità per non
disturbare il “padrone di casa”: in certi casi questo sentimento è reso palese
dagli avvenimenti che racconta, in altri traspare semplicemente dallo stile, scorrevole
e pacato, come se una sorta di timidezza e riservatezza emergessero
anche nell’intimità della scrittura.
Questo libro fa riflettere
sul concetto di identità, sulla ricerca di una propria dimensione in un
contesto estraneo senza annullarsi , andare fieri delle proprie differenze culturali ma senza cadere in pericolosi fanatismi. In
fondo questa è una ricerca che appartiene a tutti e l’autore ci dà lo spunto per intraprenderla, sta a noi perciò voler cogliere o meno ciò che è riuscito a smuoverci dentro.
Alla prossima!
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