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sabato 12 marzo 2016



Ciao a tutti! Oggi vi voglio parlare di un libro che colpisce per la sua forza con cui penetra e studia l’animo umano: “L’Estranea” di Patrick McGrath.
Patrick McGrath sonda con estrema sensibilità la vulnerabilità di una donna vittima di sentimenti autodistruttivi.
Constance, è una bellissima ragazza bionda di ventitrè anni cresciuta senza l’appoggio dell’affetto materno, perso quando era solo una bambina, non sostenuta né amata dal padre verso il quale cova un odio viscerale e con una sorella, al contrario amatissima dal genitore ma che ha anche bisogno dell’approvazione della sorella. Sposa, dopo un breve corteggiamento Sydney, un uomo più maturo di lei, uno scrittore, con un figlio e un divorzio alle spalle, che la ama profondamente e che si lascia intenerire dalla sua profonda fragilità e decide di ergersi a suo “salvatore”.
Ma ben presto, quando alla protagonista il padre rivela di essere il frutto di una relazione clandestina della madre, alcuni pensieri maniacali prenderanno il sopravvento e la porteranno ad isolarsi in maniera drammatica da tutto e tutti fino alla risoluzione finale che potrebbe essere per lei la rinascita ad una nuova vita.
Con uno stile scarno ed essenziale, McGrath dipana man mano la storia, permettendo al lettore di inabissarsi lentamente nei misteriosi meandri dell’animo umano. Interessante anche la scelta narrativa di alternare due voci narrative, quella di Constance, febbrile, paranoica, sofferente con quella più razionale e misurata del marito Sydney.
Un libro che induce a porre interessanti interrogativi sulle profondità della psiche umana e sul labile confine tra la follia e la sanità mentale. Le risposte sono dentro di noi o forse, semplicemente non esistono.

Alla prossima!

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