Harper
Lee, scomparsa il 19 febbraio di quest'anno, rappresenta una pietra miliare nella letteratura mondiale, sebbene
abbia pubblicato solo due romanzi e l’ultimo addirittura a distanza di 55 anni
dal primo.
Il
suo capolavoro “Il buio oltre la siepe”, studiato in tutte le
scuole degli Stati Uniti, ha venduto oltre 40 milioni di copie in tutto il
mondo ed è stato tradotto in almeno 40 lingue.
Ma
andiamo per gradi e seguiamola lungo il corso della sua vita.
Nelle
Harper Lee nasce il 28 Aprile 1928 a Monroeville la più piccola di quattro
figli. Suo padre, Amasa Coleman Lee, è un
avvocato, membro della Corte legislativa Statale dell'Alabama e proprietario di
parte del giornale locale mentre la madre, Frances Finch Lee è una donna
ammalata che esce raramente di casa, morirà nel 1951. Frequenta le scuole elementari
e le superiori a pochi isolati di distanza da casa sua, in Alabama Avenue. Uno
dei suoi più cari amici di infanzia, che avrà un’enorme influenza nella sua
vita è Truman Capote e sebbene di temperamento molto diverso, entrambi sono
accomunati da una vita familiare complicata: Truman vive con i parenti di sua
madre a Monroeville, pressoché abbandonato dai suoi genitori.
Al liceo scopre il suo amore per la letteratura e dopo il Diploma, nel 1944
frequenta il College Femminile Huntington di Montgomery dove rimane quasi in
disparte per concentrarsi sugli studi e la scrittura, ma il suo voluto
isolamento non le impedisce di diventare membro della società letteraria del
coro. In seguito si trasferisce all’University of Alabama, presso Tuscaloosa e
partecipa per un certo periodo ad un’associazione femminile universitaria, e, assecondando la sua passione nascente per la scrittura, contribuisce
al giornale umoristico della scuola “Rammer Jammer”, del quale
diventerà anche la direttrice.
Si iscrive successivamente alla Facoltà di Legge ed è costretta ad
abbandonare il suo ruolo di direttrice del “Rammer Jammer”. Dopo un anno
di studi si rende conto che la sua vera ispirazione è diventare una scrittrice
e nel 1948 va alla Oxford University in Inghilterra ma nel 1949 torna negli
Stati Uniti e si iscrive alla Facoltà di Legge a New York, che decide di
lasciare dopo solo un semestre per dedicarsi definitivamente al suo sogno di
scrivere. Qui per mantenersi, lavora per diversi anni come agente di viaggi per
la Eastern Airlines e British Overseas Air Corp. A New York ritrova il suo
amico di infanzia Truman Capote, che sta diventando un astro nascente della
letteratura del tempo e fa amicizia con i coniugi Browns (Michael Martin Brown
è un compositore e paroliere di Broadway).
I Browns per il Natale del 1956 le faranno un regalo straordinario che le
permetterà di dare una svolta alla sua vita: il denaro necessario per vivere un
anno senza lavorare e dedicarsi a tempo pieno alla stesura del suo romanzo.
L’aiuteranno a trovare un agente, Maurice Crain che la presenterà ad una
casa editrice, la J.B. Lippincott & Co.
Nel 1957 presenta alla casa editrice “Va, metti una sentinella”
(“Go Set a Watchman”) ma le viene consigliato di
riscrivere il romanzo dalla prospettiva di un bambino e nel 1960 verrà
pubblicato “Il buio oltre la siepe”, successo immediato di pubblico e di
critica, che vincerà il Premio Pulitzer l’anno successivo.
Il
libro è ambientato nel paese di nascita di Harper Lee e racconta la storia di
un avvocato, Atticus Finch e dei suoi due figli, Scout e Jem immersi in una
cultura grettamente sospettosa e razzista. Atticus difenderà con fermezza un
uomo di colore ingiustamente accusato di stupro; mentre lo strano vicino di casa, Boo Radley, che terrorizza Scout
e Jem si rivela non essere il mostro che i due bambini pensavano fosse.
La voce narrante, quella di Scout, riflette tutta l’innocenza della fanciullezza che si scontra con la meschinità, l’ipocrisia e la cattiveria della comunità in cui vivono. È un duro atto d'accusa contro i pregiudizi e il segregazionismo.
La voce narrante, quella di Scout, riflette tutta l’innocenza della fanciullezza che si scontra con la meschinità, l’ipocrisia e la cattiveria della comunità in cui vivono. È un duro atto d'accusa contro i pregiudizi e il segregazionismo.
Sebbene
Harper Lee abbia sempre negato che il suo romanzo fosse autobiografico,
non è difficile travisare dietro il personaggio di Atticus Finch la figura di
suo padre e dietro quello di Dill, l’amico di scorribande di Scout e Jem, la
figura di Truman Capote.
Il titolo in lingua italiana è una metafora ripresa da
uno dei passi del libro in cui si parla di Boo Radley, il vicino di casa dei
Finch, che Jem e Scout non hanno mai visto e che temono solo perché non
conoscono: oltre la siepe che separa la casa dei Radley dalla strada c'è
l'ignoto. Il "buio oltre la siepe" rappresenta l'ignoto e la
paura che genera il pregiudizio.
Nel testo però ci sono più numerosi
riferimenti al titolo originale To Kill a Mockingbird" (uccidere un
usignolo), un'azione crudele e immotivata. Il "Mockingbird" è un
uccellino dal nome scientifico Mimus polyglottos molto diffuso negli Stati
Uniti ma non è presente in Italia: la traduzione, mancando di un preciso
termine corrispondente, ha variamente proposto sinonimi come tordo, passero,
usignolo.
Nel
1962 verrà fatta la trasposizione cinematografica (premiata con tre
oscar) con Atticus Finch interpretato da un indimenticabile
Gregory Peck.
L'attore diviene molto amico del padre di Harper Lee, che muore a 82 anni, purtroppo durante le
riprese, e si racconta che dopo la prima scena che Gregory Peck gira in cui
si mostra il suo personaggio tornare a casa dall'ufficio legale mentre i suoi
bambini gli corrono incontro per salutarlo, la Lee che è ospite sul set
quel giorno, si sia commossa.
Quando
Peck chiede alla scrittrice se abbia fatto qualcosa per turbarla, la Lee spiega
che aveva pianto perché aveva notato che aveva la stessa andatura del suo defunto padre; per
questo motivo al termine delle riprese la scrittrice vuole regalare all’attore
l’orologio di suo padre (utilizzato anche come oggetto di scena).
Dopo
questa curiosità ritorniamo alla nostra Harper Lee che troviamo così fortemente
disorientata dall’enorme e immediato successo che nel 1964 decide di ritirarsi
per sempre nel suo paese natale, dove vivrà con la sorella Alice (deceduta ultracentenaria nel
2014 e avvocato della Lee fino al termine dei suoi giorni) senza rilasciare
alcuna intervista da allora e conducendo una vita molto semplice e ritirata.
Molto
attiva nella comunità della sua Chiesa, Harper Lee molto spesso usa le
ricchezze accumulate con il suo successo per fare anonime donazioni
filantropiche.
Uniche sue recenti apparizioni rimangono quella del 2007 con l’onorificenza da parte del Presidente George W. Bush della “Presidential Medal of Freedom” per il suo contributo alla letteratura e quella del 2010 in cui riceve dal Presidente Obama la “National Medal of Arts”.
Nel
2015 viene pubblicato “Va, metti una sentinella”, la prima revisione de
“Il buio oltre la siepe” che scatena un sacco di polemiche. La sorella
Alice scrive in un comunicato “La povera Nell Harper è cieca e sorda e
firmerebbe qualsiasi cosa le ponessero davanti”; per questo motivo molti si
sono chiesti se fosse in uno stato mentale tale da poter prendere decisioni
autonome e se fosse veramente suo desiderio pubblicare un nuovo romanzo.
Significative sono le parole del cugino Richard Williams quando tempo
fa disse di Harper Lee: "Una volta le ho chiesto il motivo per
cui non ha mai scritto un altro libro e mi ha detto, 'Quando si ha un colpo
del genere, non si può andare da nessuna parte se non verso il basso".
Personalità complessa, talvolta discussa, con
un carattere definito 'enigmatico' da tutti coloro che ebbero il piacere di conoscerla.
Riservata, rispettata e "protetta" dai suoi concittadini (ogni
anno vengono messe in scena produzioni teatrali di "Il buio oltre la
siepe"), sebbene abbia deciso di “uscire dalle scene” da più di
50 anni, l’eredità che ci ha lasciato non verrà facilmente dimenticata e
rimarrà nei cuori di chiunque si farà incantare dal suo capolavoro.
Alla prossima!
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