Ciao a tutti! Oggi
eccomi qui con un bel romanzo di uno scrittore emergente: “Il tempio” di Giancarlo Buratti.
Francesco fugge un
giorno dalla sua Sicilia; qui sa di lasciare solo frammenti di dolore, rabbia
verso un suocero autoritario e sensi di colpa per un rapporto matrimoniale
deteriorato che a causa dell’improvvisa morte della moglie non potrà mai più
recuperare. Dopo tanti anni torna a Milano dove si è laureato, accolto per i
primi mesi in casa da un suo amico di università, Massimo, grazie al quale
troverà un nuovo lavoro come direttore sanitario in una struttura psichiatrica
permettendogli di rispolverare la laurea in psicologia che per compiacere il
suocero e la moglie aveva accantonato passivamente per anni a favore di un
deprimente lavoro come agente immobiliare. Sembra così che il destino gli abbia
concesso una seconda chance, ma le speranze si infrangono subito contro la
presa di coscienza sempre più deprimente che il suo ruolo è solo fittizio e la
clinica è solo un centro degli orrori e dei raggiri.
Grazie però al desiderio di conoscere più a fondo una figura enigmatica che si aggira nella casa di cura, Mario,un paziente storico della struttura, unito al sostegno morale dei suoi amici, al pressante senso di riscatto e di giustizia che lo pervadono e soprattutto all’amore paziente di Marèm, una dolce e sensuale somala conosciuta sul treno per Milano, inizierà un lungo e doloroso percorso di rinascita .
Un romanzo dal ritmo serrato con una trama abbastanza complessa che però l’autore ha saputo gestire con padronanza. La bellezza di quest'opera consiste in larga parte nel non riuscire ad etichettarlo all'interno di in un genere specifico perché con sapienza e armonia sono intrecciate la suspence di un thriller e l’interiorizzazione del romanzo psicologico-intimistico: si rimane sospesi tra i due "mondi" e da entrambi l'autore riesce a trarre il meglio.
Grazie però al desiderio di conoscere più a fondo una figura enigmatica che si aggira nella casa di cura, Mario,un paziente storico della struttura, unito al sostegno morale dei suoi amici, al pressante senso di riscatto e di giustizia che lo pervadono e soprattutto all’amore paziente di Marèm, una dolce e sensuale somala conosciuta sul treno per Milano, inizierà un lungo e doloroso percorso di rinascita .
Un romanzo dal ritmo serrato con una trama abbastanza complessa che però l’autore ha saputo gestire con padronanza. La bellezza di quest'opera consiste in larga parte nel non riuscire ad etichettarlo all'interno di in un genere specifico perché con sapienza e armonia sono intrecciate la suspence di un thriller e l’interiorizzazione del romanzo psicologico-intimistico: si rimane sospesi tra i due "mondi" e da entrambi l'autore riesce a trarre il meglio.
Alla prossima!
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