Ciao a tutti! Oggi
vi voglio parlare di un libro che narra una storia ambientata secoli fa, ma che
potrebbe essere benissimo trasportata ai giorni nostri, perché purtroppo la
violenza e il razzismo sono epidemie che non siamo ancora riusciti a debellare:
“La mano di Fatima” di Ildefonso
Falcones.
L’autore con una
cura dei dettagli storici meticolosa, incastona la storia di Hernando Ruiz
alias Ibn Hamid, in un periodo storico della Spagna molto drammatico: la
strenua lotta dei moreschi contro i cristiani per far valere i loro diritti e
la loro definitiva disfatta con la conseguente tragica espulsione. Con un
groppo in gola si leggono le atrocità commesse da entrambe le fazioni
soprattutto sui bambini: molti stuprati, sgozzati o schiavizzati per un
semplice sentimento di vendetta. Ebbene Hernando, egli stesso nato da uno
stupro subito dalla madre quando aveva solo quattordici anni da parte di un
prete, non si lascia trasportare dalla sete di vendetta che ha accecato tutti e
la sua vita molto tormentata anche a causa delle discriminazioni subite sia da
parte dei cristiani che dei musulmani diventa la testimonianza più
significativa che le lotte di religione non hanno alcun senso se non quello di
aggiungere altro dolore in un circolo vizioso senza fine. Ildefonso ha
caratterizzato il protagonista con una forza interiore così intensa da
investire in pieno il lettore e legarlo alle sue vicissitudini, alle sue gioie
e alla sua ossessione di ricercare ciò che unisce le due religioni per porre la
parola "fine" alla storia di odio e sangue tra le due fazioni.
Alla prossima!
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