Ciao a tutti! Oggi
vi suggerisco la lettura di un romanzo che fa riflettere sul concetto di
appartenenza ad un’etnia e che stimola a porsi delle domande anche su di noi. “La
bastarda d’Istanbul” di Elif Shafak.
Un storia tutta al
femminile sullo sfondo di un’Istanbul rumorosa e piena dei profumi delle spezie
mediorientali, un grande crocevia per gente di
ogni provenienza, cultura e religione.
Una storia con un
messaggio importante: le vite dei nostri "nemici" possono
intrecciarsi alle nostre, cancellando così ogni motivo di separazione e di
giudizio del "diverso".
Armanoush, vive negli Stati Uniti
ed è figlia di un’ americana e di un
padre di origini armene separatisi anni addietro a causa dell’invadenza della
famiglia ultratradizionalista di lui. La madre successivamente, quasi per
ripicca sposa un turco e si trasferisce in Arizona. Armanoush esasperata dall’affetto
oppressivo della madre e della famiglia del padre, decide di andare in Turchia,
facendosi ospitare dalla famiglia del patrigno, per scoprire le sue origini
armene. Arrivata ad Istanbul, la
colpisce la grande e colorata famiglia di donne che ritrova. Diventa subito
amica legatissima alla cugina diciannovenne Asya (la bastarda del titolo), insieme andranno
alla ricerca del segreto che lega il passato delle loro famiglie.
Questo è un libro
con un ritmo inizialmente lento, indispensabile per “far ambientare” il
lettore, ma che proseguendo nella lettura diventa coinvolgente e cattura sempre più; ci si
ritrova, così, magicamente, ad assaporare l'atmosfera delle fiabe delle
"Mille e una notte" incastonate in un'ambientazione moderna.
Elif Shafak in questo romanzo affronta
con coraggio un tema delicato e ancora molto scottante in Turchia: la questione
armena. Non a caso, a seguito dello scalpore suscitato nella società turca nel
2006, alla pubblicazione del romanzo, la scrittrice è addirittura stata
accusata di “attacco all'identità turca” in base all'art. 301 del Codice penale
turco, l’inchiesta è stata per fortuna alla
fine archiviata dopo qualche mese.
L’autrice rappresenta il simbolo
di una Turchia che ha l'audacia di analizzare
la propria coscienza e confessare le
proprie contraddizioni.
Alla prossima!
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