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martedì 22 giugno 2021

 




Ciao a tutti, oggi vi presento un romanzo d’esordio, dell’autore Timothy  Megaride (un eteronimo) che considero una chicca in un contesto letterario che si sta appiattendo sempre più pur di soddisfare i gusti di tutti e con il richiamo del guadagno facile. 

Ecco a voi, perciò “Adolesco”, di cui già il titolo e l’immagine di copertina, particolarmente azzeccata per lo stile utilizzato, ci introducono ad una storia che raccontata diversamente, avrebbe potuto sembrare banale ma che non lo è assolutamente; sicuramente non facilissima da assimilare, ma questa cosa lungi dall’essere un difetto, è ciò che permette di addentrarsi meglio nel romanzo per i lettori che decidono di lasciarsi guidare fiduciosi dalla sua lettura .

Iniziamo dal titolo, “Adolesco”, “divenire adulto”, rende l’idea del processo intrapreso dal protagonista, con tutta l’irruenza dei suoi 16 anni.

Tommaso, è rinchiuso nella sua stanza, da cui gli è vietato uscire a causa di una vicenda che si dipanerà e si renderà più chiara man mano che procede il romanzo. Il ragazzo impossibilitato all’azione, decide di affidare ad un registratore vocale il racconto della sua vita degli ultimi tre anni, e lo fa con rabbia, veemenza, perdendosi ogni tanto in ragionamenti pieni di turpiloqui e idiomi gergali tipici dei ragazzi della sua età.

All’inizio della storia, non si riesce ad essere partecipi delle vicende della sua vita, complice anche il perdersi del ragazzo in ragionamenti confusi che sviano dal racconto e  si fa fatica a capire cosa lo angustia così tanto.

Man mano che si procede, ci vengono presentati dapprima i suoi genitori, tipici genitori della classe benestante che pretendono di avere il controllo totale del loro unico figlio mascherandolo con un’ipocrita premura, e già cominciamo a condividere la poca simpatia, poi ecco spuntare Riccardo, l’amico di infanzia con cui il ragazzo condivide tutto ma proprio tutto e con cui ha un rapporto quasi simbiotico.  Tommaso ci presenta  poi Giona, lo psicologo da cui lo parcheggiano i suoi genitori perchè lo aiuti a diventare “normale”, con il quale stabilisce da subito invece un rapporto d’amicizia che  si può definire alla pari: da lui si sente compreso e cosa più importante, mai giudicato.

Infine conosciamo, il personaggio vero fulcro di tutta la storia: Marta, sposata a Fulvio, l’amore della sua vita; perchè in definitiva questo romanzo è in tutto e per tutto una storia d’amore, atipica, certo, ma con la sua dose di romanticismo, seppur celata. Marta è l’insegnante da cui va a ripetizione di latino e di cui si innamora perdutamente, della quale costruisce un’immagine idealizzata, quasi alla Stilnovo,  lontana anni luce dalle fantasie poco lusinghiere a cui ogni tanto si abbandona immaginando le ragazze della sua età.  Marta, per una vicenda che ricorda un fatto di cronaca simile di qualche anno fa,  è la responsabile della “reclusione” del ragazzo ma lui nella sua ingenuità, anche quando viene a conoscenza del motivo, trova ogni possibile giustificazione pur di non scalfire l’idea di perfezione che si è costruito di lei.

Questo è un romanzo che esula dai soliti romanzi di formazione degli ultimi anni, e per questo motivo ammiro tantissimo la casa editrice “Il ramo e la foglia Edizioni” per la voglia di mettersi in gioco con opere che possono non essere comprese subito ma che  se si intraprende la loro lettura senza pregiudizi e prese di posizione, si riescono a godere appieno e ci si lega ad esse come ad un amico.  Ebbene, “Adolesco” è un opera da cui veniamo rapiti man mano che procediamo;  Tommaso diventa l’adolescente a cui vogliamo tendere la nostra mano per guidarlo nel suo percorso di crescita e aiutarlo a destreggiarsi tra le macchinazioni degli adulti. Fa tenerezza nel suo cercare di districarsi e trovare una motivazione alle decisioni che altri prendono al suo posto riguardo alla sua vita. Allo stile ispido, pieno di divagazioni tipico di un ragazzo che si abbandona ai suoi ragionamenti anche poco coerenti e confusi, ci si riesce a fare l’abitudine dopo poche pagine tanto da non riuscire ad immaginare un modo di esporre diverso, più lineare, che farebbe perdere forza all’intero romanzo.

Nel panorama letterario ecco quindi aggiungersi un tassello in più, una vera occasione per permettere a noi “adulti” di riflettere sui disagi e il disorientamento nei nostri ragazzi causati molto spesso proprio da noi stessi, anche senza rendercene conto, quando soprattutto pensiamo di agire per il loro bene.

 


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