Ciao a tutti! Oggi vorrei
suggerirvi un libro poetico, che ha il sapore della speranza misto a quello
amaro dello svanire di ogni sogno e di ogni volontà di sostituirli
con altri, un racconto collettivo dotato di un’intensità
straziante “Venivamo tutte per mare” di Julie Otsuka.
Già dal
titolo il lettore riesce ad immaginare questa folla di donne, per
la maggior parte bambine, che dopo aver abbandonato la madrepatria, speranzose
in una vita migliore, stringono a sé come amuleti le fotografie dei futuri
mariti che vedranno per la prima volta negli Stati Uniti."Sulla nave,
per prima cosa, prima di decidere chi ci piaceva e chi no, prima di raccontarci
a vicenda da quale isola venivamo e perché eravamo partite, e anche prima di
impegnarci a imparare i nomi delle altre, confrontammo le fotografie dei nostri
mariti [...] Sulla nave ci chiedevamo spesso: ci piaceranno? Li ameremo? Li
riconosceremo dalle foto, quando li vedremo per la prima volta sul molo?"
La discriminazione verso i giapponesi e la successiva
deportazione durante la seconda guerra mondiale, raccontata a mò di delicate
pennellate, sembrerebbe rappresentare una storia a sé, ma in realtà segna
l’ennesima amara disillusione che le donne emigranti giapponesi hanno dovuto
subire.
Una storia corale intensa e commovente raccontata con
struggente affetto e delicatezza.
Note sull’autore (tratto dal sito
della Boringhieri):
Julie Otsuka è nata in California. Si è
laureata in Belle Arti alla Yale University e ha conseguito un Master of Fine
Arts alla Columbia University. È anche pittrice. Oggi vive e lavora a New York.
Il suo primo romanzo, When the Emperor Was Divine (2002), dopo aver scalato le
classifiche con duecentosessantamila copie vendute negli Stati Uniti, è
considerato un classico contemporaneo: con questo libro, unanimamente giudicato
dalla critica un capolavoro, Julie Otsuka ha vinto l’Asian American Literary
Award, l’American Library Association Alex Award e una Guggenheim Fellowship.
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