lunedì 26 ottobre 2015




Ciao a tutti! Oggi vorrei suggerirvi un libro poetico, che ha il sapore della speranza misto a quello amaro dello svanire di ogni sogno e di ogni volontà di sostituirli con altri, un racconto collettivo dotato di un’intensità straziante “Venivamo tutte per mare” di Julie Otsuka.
Già dal titolo il lettore riesce ad immaginare questa folla di donne, per la maggior parte bambine, che dopo aver abbandonato la madrepatria, speranzose in una vita migliore, stringono a sé come amuleti le fotografie dei futuri mariti che vedranno per la prima volta negli Stati Uniti."Sulla nave, per prima cosa, prima di decidere chi ci piaceva e chi no, prima di raccontarci a vicenda da quale isola venivamo e perché eravamo partite, e anche prima di impegnarci a imparare i nomi delle altre, confrontammo le fotografie dei nostri mariti [...] Sulla nave ci chiedevamo spesso: ci piaceranno? Li ameremo? Li riconosceremo dalle foto, quando li vedremo per la prima volta sul molo?"
Sebbene il racconto non si focalizzi su nessuna storia in particolare, si avverte con forza lo straordinario coraggio, spirito di sacrificio e disperazione che hanno animato ciascuna di loro.
La discriminazione verso i giapponesi e la successiva deportazione durante la seconda guerra mondiale, raccontata a mò di delicate pennellate, sembrerebbe rappresentare una storia a sé, ma in realtà segna l’ennesima amara disillusione che le donne emigranti giapponesi hanno dovuto subire.
Una storia corale intensa e commovente raccontata con struggente affetto e delicatezza.
 






Note sull’autore (tratto dal sito della Boringhieri):
 
 











Julie Otsuka è nata in California. Si è laureata in Belle Arti alla Yale University e ha conseguito un Master of Fine Arts alla Columbia University. È anche pittrice. Oggi vive e lavora a New York. Il suo primo romanzo, When the Emperor Was Divine (2002), dopo aver scalato le classifiche con duecentosessantamila copie vendute negli Stati Uniti, è considerato un classico contemporaneo: con questo libro, unanimamente giudicato dalla critica un capolavoro, Julie Otsuka ha vinto l’Asian American Literary Award, l’American Library Association Alex Award e una Guggenheim Fellowship.






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