Oggi
voglio presentarvi non uno ma due romanzi: “Il Vestito Rosso” e “Girasoli d'Oriente” di Imelda Zeqiri.
I
due romanzi fanno parte di una trilogia di cui l’autrice si sta apprestando a
scrivere la terza parte.
Entrambe
le opere hanno come protagonista Jane, una donna con un vissuto familiare molto
sofferto.
Ne
“Il Vestito Rosso” il lettore viene guidato per mano tra i
pensieri reconditi e l’anima di Jane, in un viaggio all’interno
della sua psiche toccando con mano le
sue ferite più profonde. In questo romanzo alcuni suoi dolori non ancora sopiti
prendono forme umane e si incarnano in individui che perpetuano la sua
sofferenza in un ciclo infinito.
“Eravamo stati catapultati nella rete, in uno spazio
virtuale dove tutta l’umanità sembrava unificata, pur cercando di non
cancellare il pluralismo identitario. Il disincanto era stato traforato dal
bisogno di contatto non reale, quello che si nascondeva dentro i telefonini e i
pc ed io non mi ero minimamente accorta che quella nostra vita comune era stata
invasa da un plurale che disconoscevo e che non volevo assolutamente vedere,
presa dalla fuga dell’abbandono del mio essere, desideroso di fondersi in una nuova
identità.”
Immersi nella
bellezza dei vicoli di Firenze, incantati dagli scorci magnifici che l’autrice
ci mostra, con uno stile scorrevole e dal ritmo quasi onirico l’autrice
affronta temi molto attuali come l’omofobia, il ghosting, l'abbandono, la morte, relazioni
uomo-donna, relazioni genitori-figli, razzismo, omosessualità e violenza, senza
che la narrazione degli eventi strida con l’ambientazione, anzi a mio parere,
la bellezza secolare e luminosa di Firenze mette ancora più in risalto le ombre
che la protagonista cela dentro di sé, e che fuoriescono dai suoi gesti nel
momento in cui si trova a rapportarsi con l’altro da sé.
In “Girasoli d’Oriente” continua il percorso definirei quasi iniziatico di
Jane, perché le vicissitudini che l’hanno accompagnata nel romanzo precedente,
che, continuano a perseguitarla anche in questa storia, seppure in forma
diversa, le sono necessarie proprio per liberarsi di tanto dolore e rinascere
come donna.
“La trappola sociale all’interno della quale mi trovavo
come un pesce fuor d’acqua mi faceva mal sperare su un cambiamento da
centralizzazione dell’uomo a focalizzazione dei bisogni della natura e dello
spirito. La marginalizzazione della bellezza insieme alla rinuncia della dimensione
tragica dell’essere umano erano il preludio di un tramonto della specie. Il
paradigma dell’umanesimo rinascimentale lasciava il testimone al collasso delle
idee. L’uomo era ora l’artefice delle sue azioni ed io facevo parte dell’umana
onda che attendeva di giungere a riva per infrangersi e svanire. La cultura che
mi avvolgeva era quella della comunicazione senza contenuti ed incontrare un
uomo o scoprire che una donna sapeva parlare e trasmettere delle emozioni
significava abbandonare lo stato di anestesia e di isolamento nel quale mi
trovavo.”
Jane, proveniente da una famiglia disgregata e dai rapporti tossici, è affascinata dal carisma di sua nonna Sole, una donna apparentemente silenziosa, vissuta in maniera sottomessa accanto ad
un uomo autoritario, che invece, dopo la morte avrà tanto da raccontarle e la sua
storia le darà la forza per lasciarsi andare alla passione verso Arjuna, un uomo
di affari proveniente dal Sud dell’India, “vicino di casa” della casa di
campagna dei suoi nonni. L’ambientazione si arricchisce ora, ed oltre alla
Firenze, che abbiamo conosciuto nel romanzo precedente, il lettore si sposta
nella calda Andalusia a Siviglia e nella quasi mistica Madurai.
L’amore però molto spesso nasconde
anche un lato nascosto, quasi fosse uno scotto da pagare e Jane non verrà
risparmiata da questa regola crudele. I dolori questa volta, la porteranno ad
andare ancora in più profondità dentro se stessa, a porsi domande sulla vita oltre
la morte dopo la scomparsa di sua nonna ma ancora più in maniera straziante
dopo un’aborto spontaneo che subirà nel momento in cui pensava di avere toccato
la felicità con mano. La differenza di mentalità tra Occidente ed Oriente non
faranno altro che acuire la sua sofferenza e il senso di abbandono e solitudine
che la carpiscono. Il finale aperto, una vera e proprio sorpresa per me, lascia
intravedere uno spiraglio di luce per Jane ma vedremo nella terza parte se l’autrice
ha voluto “illudere” o meno il lettore.
Ecco qui sotto una breve autobiografia
della scrittrice:
PRESENTAZIONE IMELDA
ZEQIRI
Imelda Zeqiri (Tirana, 1986) è una poetessa e scrittrice emergente
laureata e specializzata in Lingue e Letterature Europee e Americane presso
l'Università degli Studi di Firenze. Consegue vari titoli post laurea, quali
master e corsi di alta specializzazione, e lavora nel settore della formazione
e della diffusione culturale partecipando come componente effettivo e
sostenitore a varie associazioni del settore. Ha pubblicato per Enigma Ed. il
romanzo "Il vestito rosso" (2019) e "Girasoli d'Oriente"
(2020) e collabora con enti privati alla stesura di progetti di empowerment
femminile. Dedica gran parte del suo tempo libero alla poesia, alle traduzioni
e ai progetti youth in action.