domenica 4 ottobre 2020


Persone normali”, secondo romanzo di Sally Rooney si apre subito con la presentazione dei due protagonisti, studenti di un college nella provincia irlandese. Entrambi brillanti, ma popolare, sportivo, di bell'aspetto e ambizioso Connell invece emarginata perché  troppo strana per essere frequentata dalla gente “normale”, Marianne. Oltre che a scuola, i due ragazzi si incontrano anche quasi ogni giorno quando Connell va ad aspettare che la madre Lorraine finisca i lavori di casa nell'enorme casa di Marianne; man mano un’attrazione calamitica si insinua tra di loro, un’attrazione fatta di poche battute e sguardi, di cui si sente vittima soprattutto Connell. Ma i loro corpi vanno aldilà di tutto, anche dei ruoli sociali. Come potrebbe però Connell accettare di diventare bersaglio di tutti a scuola? Sarebbe di certo preso in giro, se si scoprisse della sua passione per Marianne. Da lì, un tacito accordo: tenere segreto il loro legame, che non chiameranno mai relazione.

I due protagonisti vengono seguiti per quattro anni: da quando terminano il college fino agli anni universitari a Dublino entrambi al Trinity College. Lo sfondo cambia e anche le loro relazioni con il mondo esterno: ora è Marianne ad essere ammirata e benvoluta mentre Connell, nonostante i voti brillanti, riesce con difficoltà a farsi accettare.

Quello che non cambia però è la natura del loro legame: nonostante svariate volte si allontanino, un filo sottile e indissolubile li lega e sono sempre destinati a ritrovarsi.

La loro storia è tutta a scatti, come se fossero destinati a stare insieme ma vittime di qualche ironico scherzo del destino, e quando tutto sembra andare finalmente al suo posto qualcosa lo ribalta sempre, rendendoli i peggiori nemici di se stessi. E forse la vita è davvero così: di rapporti magnifici, ma che non puoi vivere fino in fondo; di rapporti incompleti, che tutti però incoraggiano; di solitudine, ma anche profonda comprensione umana.

Connell e Marianne sono  come due pianticelle che condividono lo stesso pezzo di terra, crescendo l’una vicino all’altra, contorcendosi per farsi spazio, assumendosi posizioni improbabili.”

Connell è un ragazzo ossessionato dall’idea di essere considerato una persona normale; Marianne, invece non è minimamente interessata al giudizio della gente e solo Connell riesce ad avere un forte ascendente su di lei e a restituirle  un senso di ordine mentre si arrabatta per gestire le profonde ferite che reca da tempo dentro di sé (causate da legami familiari disastrosi: una madre anafettiva, un fratello violento, un padre morto da qualche anno che spesso picchiava lei e sua madre) che la inducono anche consapevolmente a cercare l’autodistruzione.

Non può aiutare Marianne , qualunque cosa faccia. In lei c’è qualcosa di spaventoso, un immenso vuoto nel nocciolo del suo essere. È come aspettare l’ascensore e quando si aprono le porte dietro non c’è niente, solo il vuoto buio e terribile della tromba, e così all’infinito. Le manca quell’istinto primordiale, l’autodifesa o l’autoconservazione, che rende intelligibili gli altri esseri umani. Ti ci accosti aspettandoti una resistenza, e invece tutto ti si sfalda davanti. Eppure, Connell potrebbe stendersi a terra e morire per lei in ogni momento, e questa è l’unica certezza sul proprio conto che lo faccia sentire una persona degna.”

Fisicamente, ma soprattutto psicologicamente, si conoscono come nessun altro riesce. Sembra esserci sempre un ostacolo nelle relazioni. Il proprio io interiore è giudice di ogni azione. I personaggi non sono mai schietti e diretti, vivono i loro drammi solo interiormente, come sospesi tra due tempi. Una storia di amicizia e amore raccontata attraverso una scrittura misurata, dove il principale nemico è l’incapacità di ammettere di amare ed essere amati. Due calamite che s’incastrano perfettamente, allontanate dalla loro stessa forza. Noi lettori non possiamo che percepire con i personaggi il dissidio tra ciò che è razionalmente giusto e ciò che fa paura più di tutto: amare. Amare Marianne, nonostante la sua predisposizione masochistica, il suo sentirsi "guasta" e deviata, a causa di un'infanzia decisamente difficile e di un fratello violento. Amare Connell, nonostante la sua fragilità, nonostante il suo sentirsi altrettanto "guasto" e sempre inferiore, socialmente inadeguato per la bassa estrazione sociale.

La via che conduce alla “ normalità “, il sentirsi completamente in balia di un’ altra persona sarebbe assai strana ma molto normale. Marianne non sa che cosa in lei non funzioni realmente, perché non riesce a farsi amare, odia la persona che è diventata ma non riesce a cambiare, ha trascorso gran parte dell’ infanzia e dell’ adolescenza ad architettare piani complicati per uscire dal conflitto famigliare (con la madre ed il fratello), la risposta risiede in una vita condotta da sempre in solitudine che scompare nei momenti condivisi ( con Connell ).

Questa profonda spinta di uno verso l'altra è la molla narrativa che anima anche la struttura del romanzo. La Rooney usa uno stile fluido e scorrevole con capitoli suddivisi temporalmente ricchi di dialoghi brevi senza l’uso del virgolettato che quindi non si distinguono dai loro pensieri e dalla narrazione degli eventi; c’è un uso quasi sfrontato dei salti temporali che possono ogni tanto disorientare ma che a mio parere riescono a rendere ancora meglio il dissidio interiore dei due personaggi. Osserviamo così i loro pensieri e scopriamo i loro desideri molto spesso in contrasto con le loro parole e le loro azioni, e per questo non possiamo fare altro che amarli e diventare loro per scoprire cosa significhi non riuscire mai a rinunciare completamente all’altro.

“....Lei chiude gli occhi. Probabilmente non tornerà, pensa. Oppure sì, in un altro modo. Quello che hanno adesso non potranno mai riaverlo. Ma per lei il dolore della solitudine non sarà niente in confronto al dolore che sentiva un tempo, il dolore di essere indegna. Lui le ha portato in regalo la bonta’ ed adesso le appartiene. Nel frattempo a lui la vita si spalanca davanti in tutte le direzioni insieme. Si sono fatti del bene. Davvero, pensa, davvero. Le persone possono davvero cambiarsi a vicenda. Dovresti andare, dice. Io ci sarò sempre. Lo sai...”