domenica 7 marzo 2021

 


Oggi voglio presentarvi non uno ma due romanzi: “Il Vestito Rosso” e  Girasoli d'Oriente” di Imelda Zeqiri.

I due romanzi fanno parte di una trilogia di cui l’autrice si sta apprestando a scrivere la terza parte.

Entrambe le opere hanno come protagonista Jane, una donna con un vissuto familiare molto sofferto.

Ne “Il Vestito Rosso  il lettore viene guidato per mano tra i pensieri  reconditi  e l’anima di Jane, in un viaggio all’interno della sua psiche  toccando con mano le sue ferite più profonde. In questo romanzo alcuni suoi dolori non ancora sopiti prendono forme umane e si incarnano in individui che perpetuano la sua sofferenza in un ciclo infinito.

“Eravamo stati catapultati nella rete, in uno spazio virtuale dove tutta l’umanità sembrava unificata, pur cercando di non cancellare il pluralismo identitario. Il disincanto era stato traforato dal bisogno di contatto non reale, quello che si nascondeva dentro i telefonini e i pc ed io non mi ero minimamente accorta che quella nostra vita comune era stata invasa da un plurale che disconoscevo e che non volevo assolutamente vedere, presa dalla fuga dell’abbandono del mio essere, desideroso di fondersi in una nuova identità.

Immersi nella bellezza dei vicoli di Firenze, incantati dagli scorci magnifici che l’autrice ci mostra, con uno stile scorrevole e dal ritmo quasi onirico l’autrice affronta temi molto attuali come l’omofobia, il ghosting, l'abbandono, la morte, relazioni uomo-donna, relazioni genitori-figli, razzismo, omosessualità e violenza, senza che la narrazione degli eventi strida con l’ambientazione, anzi a mio parere, la bellezza secolare e luminosa di Firenze mette ancora più in risalto le ombre che la protagonista cela dentro di sé, e che fuoriescono dai suoi gesti nel momento in cui si trova a rapportarsi con l’altro da sé.

In “Girasoli d’Oriente” continua il percorso definirei quasi iniziatico di Jane, perché le vicissitudini che l’hanno accompagnata nel romanzo precedente, che, continuano a perseguitarla anche in questa storia, seppure in forma diversa, le sono necessarie proprio per liberarsi di tanto dolore e rinascere come donna.

 

“La trappola sociale all’interno della quale mi trovavo come un pesce fuor d’acqua mi faceva mal sperare su un cambiamento da centralizzazione dell’uomo a focalizzazione dei bisogni della natura e dello spirito. La marginalizzazione della bellezza insieme alla rinuncia della dimensione tragica dell’essere umano erano il preludio di un tramonto della specie. Il paradigma dell’umanesimo rinascimentale lasciava il testimone al collasso delle idee. L’uomo era ora l’artefice delle sue azioni ed io facevo parte dell’umana onda che attendeva di giungere a riva per infrangersi e svanire. La cultura che mi avvolgeva era quella della comunicazione senza contenuti ed incontrare un uomo o scoprire che una donna sapeva parlare e trasmettere delle emozioni significava abbandonare lo stato di anestesia e di isolamento nel quale mi trovavo.

Jane, proveniente da una famiglia disgregata e dai rapporti tossici, è affascinata dal carisma di sua nonna Sole, una donna apparentemente silenziosa, vissuta in maniera sottomessa accanto ad un uomo autoritario, che invece, dopo la morte avrà tanto da raccontarle e la sua storia le darà la forza per lasciarsi andare alla passione verso Arjuna, un uomo di affari proveniente dal Sud dell’India, “vicino di casa” della casa di campagna dei suoi nonni. L’ambientazione si arricchisce ora, ed oltre alla Firenze, che abbiamo conosciuto nel romanzo precedente, il lettore si sposta nella calda Andalusia a Siviglia e nella quasi mistica Madurai.

L’amore però molto spesso nasconde anche un lato nascosto, quasi fosse uno scotto da pagare e Jane non verrà risparmiata da questa regola crudele. I dolori questa volta, la porteranno ad andare ancora in più profondità dentro se stessa, a porsi domande sulla vita oltre la morte dopo la scomparsa di sua nonna ma ancora più in maniera straziante dopo un’aborto spontaneo che subirà nel momento in cui pensava di avere toccato la felicità con mano. La differenza di mentalità tra Occidente ed Oriente non faranno altro che acuire la sua sofferenza e il senso di abbandono e solitudine che la carpiscono. Il finale aperto, una vera e proprio sorpresa per me, lascia intravedere uno spiraglio di luce per Jane ma vedremo nella terza parte se l’autrice ha voluto “illudere” o meno il lettore.

 

Ecco qui sotto una breve autobiografia della scrittrice:

PRESENTAZIONE IMELDA ZEQIRI
Imelda Zeqiri (Tirana, 1986) è una poetessa e scrittrice emergente laureata e specializzata in Lingue e Letterature Europee e Americane presso l'Università degli Studi di Firenze. Consegue vari titoli post laurea, quali master e corsi di alta specializzazione, e lavora nel settore della formazione e della diffusione culturale partecipando come componente effettivo e sostenitore a varie associazioni del settore. Ha pubblicato per Enigma Ed. il romanzo "Il vestito rosso" (2019) e "Girasoli d'Oriente" (2020) e collabora con enti privati alla stesura di progetti di empowerment femminile. Dedica gran parte del suo tempo libero alla poesia, alle traduzioni e ai progetti youth in action.

 


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