Ciao a tutti, oggi vi
propongo un romanzo di un autore che abbiamo già incontrato, Pablo Ayo, ma in
una veste completamente diversa, non come autore di un’opera fantasy, bensì di
un thriller divertente e con tratti a volte comici, insomma anche in questo caso
uno scritto particolare che non si incasella in un genere ben rigido e
definito: “Otello e la maledizione degli hotel”.
Il protagonista, Otello
Bonacasa, ha una stupenda fidanzata Alisa, ex velina ed è un genio
dell’informatica che ha fondato insieme al suo socio Marco Trifoldi l’azienda
“Cloud 9” ma, cosa molto più importante è vittima, almeno secondo lui, di una
maledizione: la maledizione degli hotel, da quando il suo ex compagno di liceo
Evaristo gliela lanciò quasi per scherzo durante uno dei tanti atti di
bullismo.
Che sia frutto di
un’autosuggestione o veritiera questa convinzione, fatto sta che la sua vicenda
rocambolesca ha inizio proprio in un hotel di Dubai dove è giunto per una
conferenza: nel momento in cui apre la sua valigia, viene investito dallo
scoppio di alcuni sacchetti di cocaina che gli sono stati inseriti a tradimento
tra i suoi effetti personali.
Sarà costretto a
fuggire e nella sua corsa verso la salvezza, mentre persone per lui
insospettabili cercheranno in tutti i modi di portare a buon fine la trappola
che gli è stata tesa, Otello sarà a sua volta ricercato da narcotrafficanti
colombiani, malavitosi romani e camorristi, ma farà anche amicizie improbabili
durante la sua permanenza nel carcere di Rebibbia, ebbene sì, non si farà mancare
nulla, nemmeno una “vacanza” in carcere.
Durante
quest’avventura, la sua ingenuità gli farà rischiare molte volte la sua stessa
vita ma l’aiuto dei nuovi amici e la sua collaudata e proverbiale intelligenza,
gli permetteranno di trovare soluzioni estrose anche nei momenti più difficili,
e strano a dirsi riusciranno a farci scappare una risata divertita.
Mi è piaciuto davvero
tanto leggere questo libro, il suo stile scorrevole è riuscito a dosare molto
bene i momenti umoristici e i colpi di scena che si sono susseguiti ad un ritmo
sostenuto; non mancano a dire il vero anche alcune scene abbastanza violente,
insomma “alla Quentin Tarantino”, ma non stonano in un clima che rimane
comunque ironico e divertente. Ho particolarmente apprezzato anche la cura per
l'attività di editing, di solito refusi fastidiosi possono rendere lacunosa la
gradevolezza della lettura, invece in questo caso si nota con piacere che è
stato dedicato del tempo alla revisione.
Infine, i vari
personaggi, anche quelli più marginali sono descritti con un tratto psicologico
accurato anche se tra tutti spicca il protagonista, che si divide tra momenti
di disperazione e disillusione e altri in cui deciso e determinato sembra quasi
un “genio del Male”.
Un libro divertente che
si lascia leggere molto facilmente e con piacere, consigliato se si ha voglia
di farsi strappare qualche risata in maniera intelligente.