Ciao a tutti,
oggi vi presento un’altra chicca edita
da “Il ramo e la foglia edizioni”: “Agatino il guaritore” di
Massimiliano Città.
A partire dall’immagine sulla
copertina e il titolo dell’opera, abbiamo l’idea che verrà
presentata al lettore una storia di gente semplice, e si avvertono già gli
odori e i sapori di paese.
“In queste pagine ci si occuperà
della seconda strada, quella che si conclude circa cento metri dopo, al sorgere
di una cancellata verde muschio, avvinghiata dalla ruggine e dalla luce di una
lampadina che a singhiozzo dovrebbe indicare l’esistenza di un qualche
inquilino nella modesta abitazione. Difficilmente si finirebbe ad imbattersi in
quella proprietà, senonchè nella zona, per un vasto raggio di chilometri e un
lungo elenco di paesini, l’occupante della suddetta abitazione è
particolarmente noto.
“Amico dei bisognosi”, così il
proprietario spaccia il suo nome. Almeno spacciava. Perchè, a dire il vero, è
stato sufficiente un paio d’anni per non avere più bisogno di alcuna
pubblicità. Il passaparola era stato efficace. La biforcazione, sconosciuta ai
moderni ritrovati della tecnologia, sapeva ben essere trovata da chi la
cercava.
Gente di paese, di piccole pretese e
qualche ambizione sopita. Uomini e donne dal lavoro saltuario e dalla paga
ridotta, gente d’amori travagliati e lunghi travagli da non riuscire più a
sopportare i giorni a venire. Gente che soffoca negli scantinati, dove la luce
del sole arriva avara così come il conforto dei vicini che sanno ma non
vogliono vedere.”
In questo romanzo, la figura di
Agatino rappresenta il cardine che collega tutti gli altri personaggi, ma
paradossalmente è anche la figura più enigmatica e complessa.
La sua abitazione, nonostante sia
persa nel verde ad un bivio quasi impossibile da identificare, è la casa più
frequentata, dove la gente è disposta a fare la fila anche al freddo e sotto la
pioggia pur di essere ricevuta.
Ognuno cerca in Agatino colui che lo
risolleverà dalla miseria e dalla disperazione in cui versa, e così incontriamo
la nonna, una donna in gioventù bellissima e corteggiatissima, che in vecchiaia
ormai corrosa dalle vicissitudini della sua vita, dona la giovanissima nipote
ad Agatino per consentirle un futuro decente; c’è il giocatore
schiavo e vittima del gioco che chiede un aiuto per la sua
situazione; c’è il bambino nato cieco che i genitori, ormai disillusi dalla
medicina, portano da Agatino perchè “faccia il miracolo”.
Agatino, però chi è? E’ un guaritore,
un amico dei bisognosi, colui che elimina le pene, oppure un usuraio, un
manipolatore? Lungo tutto il romanzo si dispiega la sua figura,
senza mai definirla perchè contiene in sè il bene e il male in un’armonia dei
contrari che concilia sia i suoi devoti che i suoi denigratori : è un
manipolatore sì, ma è anche vero che aiuta la gente, perchè nessuno è mai
andato via scontento o disperato, una soluzione, magicamente, è sempre riuscita
a trovarla.
Agatino, di cui viene raccontata
l’infanzia infelice, non amato dalla madre e fatto allontanare da lei stessa
pur di non doverci aver a che fare, riesce a calamitare, grazie al suo
incredibile carisma, l’affetto della gran parte della gente, in una sorta di “rimborso
affettivo” che gli dona la vita, nonostante l’esistenza di una manciata di
persone che invece non lo vede di buon occhio.
Per tanti anni, Agatino riesce a
tessere le fila e a manovrare le vite delle persone che gli si rivolgono, fino
a che non avverrà “qualcosa” di incredibile e insondabile, che segnerà
la sua vita drammaticamente e per la prima volta si renderà conto che esiste
qualcosa al di fuori di lui su cui non può aver il controllo e di cui è lui
stesso strumento.
In questo romanzo, Massimiliano Città
riesce magistralmente con uno stile scorrevole e lineare, a dare voce agli
abitanti dei paesini limitrofi alla casa di Agatino, con le loro vite semplici,
che sanno di terra e sole; la loro voce si leva così forte da diventare essi
stessi un personaggio a più voci; un romanzo corale insomma, fatto di tante
storie che compongono il puzzle di cui Agatino è il fulcro, la calamita
esistenziale.
Agatino rappresenta il riflesso di ciò
che ognuno ha dentro di sé, perciò quanti Agatino abbiamo incontrato nella
nostra vita e quante volte lo siamo stati noi stessi?