Ciao a tutti!
Eccomi di nuovo qua! E'
passato un pò di tempo dall'ultima volta ma tra vari impegni, solo oggi,
immersa nel caldo feroce di luglio, sono riuscita a trovare un pò di tempo
tutto per me.
Oggi voglio parlare di un libro, che
all'inizio della lettura, pensavo mi avrebbe ammorbato e l'avrei abbandonato
invece... ormai ha un posto speciale nel mio cuore: "Stoner"
di John Edward Williams.
La sensazione appena terminato di leggere
il libro, è stata di commozione ma soprattutto di stupore. Stupore perchè sono
riuscita ad amare questa biografia fino all'ultima riga nonostante non vi fosse
narrato nulla di straordinario, anzi! Stoner, senza mai spostarsi per più di
150 chilometri, conduce un'esistenza molto triste sin dall'infanzia ("Erano una famiglia solitaria- lui era
l'unico figlio - tenuta insieme dalla necessità della fatica."),
un'infelicità che si protrae da adulto con un matrimonio fallito sin dai primi
giorni, una figlia via via con la crescita, emotivamente sempre più lontana e
un lavoro all'Università, molto amato, ma continuamente contrastato da un
collega che gli darà del filo da torcere fino al termine della sua carriera.
Sembrerebbe che le premesse per un libro noioso e deprimente ci siano tutte,
invece no, con una scrittura agile e scorrevole, le pagine volano leggere e non
si riesce a non essere solidale con il protagonista, la cui mitezza e in qualche
caso vigliaccheria, lo rendono inerme verso le tragedie della sua vita; è
intenso il desiderio del lettore di diventare esso stesso un personaggio per
andare in aiuto di Stoner e confortarlo.
Chiudo con alcuni stralci
finali della postfazione di Peter Cameron "[...]Che
cosa ne ha determinato il grande richiamo e l'enorme successo? E' un libro
piccolo, dalle modeste ambizioni, ma affronta ed esplora gli interrogativi più
imprescindibili e sconcertanti che ci è dato conoscere: perchè viviamo? Che
cosa conferisce valore e significato alla vita? Che cosa vuol dire amare?[...]
Stoner attraversa con grazia e delicatezza il cuore del lettore, ma la traccia
che lascia è indelebile e profonda."
Con questi interessanti
interrogativi che solo un grande libro riesce a far porre, vi invio un
bacio!
Alla prossima!
Curiosità
(tratto da Wikipedia):Il
romanzo, pubblicato nel 1965, inizialmente non riscosse molto successo,
vendendo solo duemila copie[1].
Fu ripubblicato dalla casa editrice statunitense Vintage
Classics nel 2003 e
pubblicato di nuovo dal "New York Review of Books Classics" nel 2006[2].
Grazie al passaparola e ai social network è diventato ben presto un bestseller
e in Italia è stato pubblicato da Fazi
editore nel 2012. È stato
apprezzato da pubblico, critica e scrittori, raccogliendo pareri favorevoli. Lo
scrittore inglese Ian
McEwan ha detto: "Appena
lo inizi a leggere senti di essere in ottime mani. Ha una prosa molto lineare.
La trama, se ci si limita a elencare i suoi elementi, può suonare molto noiosa
e un po' troppo triste. Ma di fatto è una vita minima da cui John Williams ha
tratto un romanzo davvero molto bello. Ed è la più straordinaria scoperta per
noi fortunati lettori".
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